I fiori blu

Die blaue Blume von Altrei / Il fiore blu di Anterivo di Elisa Nicoli.

Il film documentario racconta il progetto di recupero della coltivazione di lupini ad Anterivo (BZ) da trasformare nel surrogato del caffè dal nome locale “Voltruier Kaffee”, il Caffè di Anterivo.
Sia il lupino che l’orzo, utilizzati per la realizzazione del Caffè di Anterivo, vengono coltivati ad Anterivo, a 1.200 m slm, un paese situato a cavallo tra Alto Adige e Trentino, tra il mondo tedesco e quello italiano. Qui i lupini erano storicamente impiegati a questo scopo dalla fine del 1800. La pianta utilizzata costituisce una specialità autoctona sia dal punto di vista botanico che dal punto di vista della tradizione colturale. Il “Voltruier Kaffee” è infatti parte integrante della memoria collettiva degli abitanti del paese.

Exposé

Ad Anterivo, un paese a 1200 m slm in provincia di Bolzano, si è ricominciato a coltivare una leguminosa, che può essere torrefatta e impiegata come surrogato del caffè. Si tratta di una varietà autoctona della pianta del lupino. La storia inizia nel 2005, quando una dottoranda austriaca, Andrea Heistinger, nelle sue ricerche per la tesi, si accorse della presenza di questa rarità. Con l’aiuto dell’ultima coltivatrice locale, Theresia Werth, son stati distribuiti a 20 famiglie 60 semi contati. E da lì è ripartita la coltivazione. Ad Anterivo, un paese situato a cavallo tra il mondo tedesco e quello italiano, i lupini erano storicamente impiegati come caffè dalla fine del 1800. Il “Voltruier Kaffee” è parte integrante della memoria collettiva degli abitanti del paese e rischiava di essere persa per sempre.

Di questo progetto se ne occupa la ripartizione per la formazione agricola ed economia domestica della provincia autonoma di Bolzano, grazie alla scuola professionale di economia domestica di Egna e Aslago (BZ) e al lavoro dell’associazione Altreier Lupinenkaffee-Anbauer (Gruppo coltivatori del “Caffè di Anterivo”).

  1. Perché questo documentario.

Il territorio agricolo italiano è stato radicalmente trasformato dal secondo dopoguerra. Il paesaggio come lo ricordano ancora i nostri anziani è in buona parte scomparso. Erano prati e campi coltivati in maniera estensiva e con metodi tradizionali, tramandati da centinaia di anni all’interno dello stesso luogo. Anche l’Alto Adige non è immune da questa mutazione. Dove la boscaglia si è rimpossessata dei pendii montagnosi, in molti posti le monoculture intensive hanno preso il sopravvento. Questo ha comportato una perdita nell’identità locale, l’aumento dell’inquinamento e la riduzione della biodiversità.

Raccontare la storia di Anterivo del recupero della coltivazione di lupini per farne un caffè locale significa portare l’esempio di un riuscito tentativo di arginare questo fenomeno. L’esempio del caffè di Anterivo è un pretesto per trasmettere dei valori importanti come la memoria storica condivisa e collettiva di un determinato luogo, l’artigianalità nelle attività umane, le specificità di un determinato territorio, la filiera corta e il chilometro zero, il basso impatto ambientale di alcuni tipi di produzioni agricole.

Trattamento editoriale e visivo

Il film documentario segue German Varesco nella coltivazione ed essiccazione dei lupini. Nel laboratorio di Egna, invece, riprende Adam Givani che torrefà i chicchi e li trasforma in caffè. Il racconto di un anno di lavorazione del caffè di Anterivo è intrecciato con una serie di interviste ai diversi attori del progetto “Caffè di Anterivo”, tra le quali anche le testimonianze di alcuni anziani che ricordano il “Voltruier Kaffee” bevuto nella loro infanzia.

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